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venerdì 13 aprile 2012

Ilpostdelvenerdì: Black Dice - Pinball Wizard


Da piccolo sognavo di diventare un mago del flipper. Poi per diversi anni invece ho avuto paura di essere rimasto incastrato in un flipper e di non riuscire a uscirne. Oggi ho ascoltato Black Dice e ho provato la vertigine di restare in equilibrio tra queste due condizioni. Non è poi così male. Il venerdì può cominciare.

Black Dice - "Pinball Wizard" by Ribbon Music

venerdì 25 novembre 2011

Ilpostdelvenerdì: Getting Ready for CSS

Io e i Cansei de Ser Sexy abbiamo un passato. Certo non è un passato lungo e non è un passato passato da molto perché, né io, né loro, ce lo possiamo permettere, anagraficamente parlando.
Nel 2006 quando è uscito Donkey dormivo un letargo musicale che mi teneva lontano da qualsiasi stimolo minimamente poppeggiante. A 2 anni di distanza ero un synth-electro-pop tossicomane all'ultimo stadio. A quell'epoca risale l'idillio con Donkey e, in differita, con CSS. Qualche mese dopo anche mia nonna canticchiava Poker Face e nulla sarebbe stato uguale a prima...o anche no.
Quanto sopra per spiegare tutte le giuggiole andate in brodo quando ho saputo che i CSS sarebbero passati per Bologna; stasera all'Estragon, 15 carte. Come si fa a non amare un gruppo con un nome così, con quei suoni synth così cheap  e delle T-shirt ancora più cheap:                                             ?
Arriverò un po' impreparato all'appuntamento di stasera: ho sentito qualcosina dell'ultima uscita - La Liberaciòn (L'accento va dall'altra parte ovvero Una laurea in lingue buttata nel cesso) - soltanto dai video più o meno tarocchi di Youtube e non mi pare che Lovefoxxx & Co. possano raggiungere le vette artistiche di Meeting Paris Hilton:
I, I went to the bitch - the bitch was so hot
She came to me and said:
"Do you like the bitch, bitch?"
I said back - I wanna take you home, bitch
Cause I wanna treat you good, bitch
What do you think of it, bitch?
The bitch said yeah
(The bitch said yeah)
The bitch said yeah yeah yeah yeah yeah
The bitch said yeah
(The bitch said yeah)
The bitch said oh yeah! hell yeah! damn yeah!
Sublime.
Di sicuro stasera i piatti forti saranno paranza di neuroni e chiappe danzanti alla griglia. Nel frattempo, per ingannare l'attesa, mi faccio una torta con la ricetta della Lovefoxxx: http://www.mediafire.com/?rv7ar7ne2phnx43. La ricetta c'è davvero,  insieme a un mixtape sul tema Svarioni in cucina, come è vero - stento a crederlo - che i CSS hanno riesumato  Bobby Gillespie (ex The Jesus and the Mary Chain, ex Primal Scream). Il risultato di questa seduta spiritica finita male te lo regalano e te lo mandano per email se hai abbastanza fegato:



Qui la Lovefoxxx in tutto il suo bitch-spledore :

Let's Make Love and Listen to Death from Above. Amen.

venerdì 18 novembre 2011

Ilpostdelvenerdì: Light Asylum

Non si può conoscere il/la fine di ciò che cominciamo. Eppure non inizieremmo mai se già da sempre non avessimo all'orizzonte il/la fine di ciò che iniziamo a fare. L'inizio è sempre una frattura, la fine sempre, in una certa misura, in-finitamente irraggiungibile. 
Il postdelvenerdì è la frattura che segna l'inizio del deferimento della fine di un week-end. 
Ci si può ragionevolmente attendere alcune cose dal futuro ma ciò che veramente si aspetta è l'evento, proprio ciò che non è possibile aspettar-si. La scrittura rende possibile questa attesa perché i nomi fanno spazio a ciò che è impossibile attendere: amore, felicità, tu.
Non so cosa aspettarmi da questo week-end ma se sarà come i Light Asylum
allora sicuramente sarà dark, acido e estremamente glow-fi.


Vedi anche: 
...hanno pure un blog (fico) ovviamente molto dark, acido e glow-fi.

sabato 12 novembre 2011

Ilpostdelvenerdì: Moves Like S**T!



Ecco redivivo Ilpostdelvenerdì anche se forse dovrebbe cambiare nome visto che arriva sempre il sabato. Per quanto me ne frega della puntualità dell'unica rubrica di questo blog, è lo spirito del Postdelvenerdì che conta. E infatti per questo giro Ilpostdelvenerdì ospita un pezzo – non posso credere che lo stia facendo davvero – veramente, veramente dancereccio. Non parlo di un dancereccio IDM, quel geniale patacchino musicale dietro al quale orde di nerds – eccomi, ci sono anch'io! – si sono nascosti per poter entrare in discoteca sotto copertura senza confessare a loro stessi la loro anima tamarra, ma di un dancereccio veramente, veramente, pillaro.

(pillaro: agg. qual., di basso profilo e/o di scarso spessore intellettuale e/o culturale, zoro, tamarro. Es. Lo sticker che hai attaccato sul tuo vespino è proprio pillaro. Uso giovanile, centro-centro Italia, origine incerta)

Un po' come “la pubblicità” (così la chiamavamo io e mia nonna nel centro-centro Italia, ora si chiama junk mail) del discount o del kebbabaro di quartiere che ti mettono nella noiosissima casella di posta non virtuale, ho trovato un remix – e un brivido di raccapriccio corre lungo la mia schiena al solo vedere la parola sullo schermo – di Moves Like Jagger postato niente poco di meno che da tal Hit Mechaniks  direttamente nella mia inbox di Soundcloud. Metto su il pezzo e in un attimo la mia mente si inchioda al ricordo di estati adolescenziali passate al bordo di un autoscontro. Quelle notti odoravano di talco (prodigiosi effetti speciali dei giostrai maremmani) e merda di pony. Nei miei occhi c'erano i riflessi della strobo e le tette delle tipe strette nei toppini bianchi stile Non è la Rai, nelle orecchie The Rhythm of the Night di Corona.
Come il fantasma Dickensiano di A Christmas Carol (sì, quello del cartone di Natale con Zio Paperone della Disney...perDianacacciatrice, se non bisogna sempre spingere tutto in basso...), Moves Like Jagger mi ha riportato al bordo di quella pista, di fronte al beat tamarro, alle vocine synthetizzate e a tutti gli annessi e connessi della dance più anni 90 e ho realizzato – scintillante epifania – che, al di là dell'"evoluzione” degli stili e delle tendenze, lo spirito tamarro è ancora il cuore pulsante di questa meravigliosa fanghiglia chiamata pop in cui ci muoviamo ogni giorno e soprattutto che lo stesso spirito, in fondo in fondo, è la scintilla che ancora mi fa muovere il culo all'interno di capannoni di periferia male illuminati; cambia la musica ma l'odore di talco e merda di pony lo sento ancora in fondo alla gola. E allora, Shake your asses (like Jagger):
Moves Like Jagger (Hit Mechaniks Remix) by Hitmechaniks

Il video della canzone originale non lo posto perché ancora vorrei conservare un briciolo di rispetto nei confronti di me stesso; ne offrirò invece una breve sinossi.
Si vede il dio Mick Jagger in fillmati BBC d'antan, supergnocche che ballano tipo cloni (pop-miracolo!) del dio suddetto, il tipo dei Maroon Five che sballetta seminudo con la sua solita faccia da schiaffi ma in più pieno di tatuaggi e Christina Aguilera molto gonfia. Dal video si possono facilmente desumere anche le abitudini alimentari delle 2 suddette pop stars: il primo si è mangiato tutte le anfetamine, la seconda tutto il cortisone. Da un punto di vista strettamente teologico invece Mick Jagger è e rimane un dio nonostante Moves Like Jagger.

sabato 24 settembre 2011

Ilpostdelvenerdì: Rustie


It doesn't sound like an explosion in a Game Boy factory – that would just be a big bang – but it's what it would sound like in an ideal world.
(The Guardian)
Una lettura molto impegnata per questo finesettimana di fine/ritorno estate, Tim Jonze del Guardian propone il suo punto di vista su un dibattito estetico e epistemologico di portata epocale: determinare il confine tra dubstep e postdubstep.
A chi invece non importa una mazza - e giustamente - basterà ascoltare la track di Rustie, chiudere gli occhi e immaginare migliaia di Game Boy che esplodono. Un esercizio particolarmente indicato e salutare per scaricare lo stress della settimana lavorativa.
Segnalo inoltre che Rustie è candidato all'oscar per il miglior titolo di canzone mai inventato: Inside Pikachu's Cunt.

sabato 17 settembre 2011

Ilpostdelvenerdì1: Neon Indian – Polish Girl


Potrebbe essere una buona idea mandare fuori un post con cadenza fissa. Ecco quindi Ilpostdelvenerdì, il primo di una (lunga?) serie che arriva molto poco elegantemente in ritardo: il sabato! Diciamo che conta il pensiero. Dico anche che Ilpostdelvenerdì vorrebbe essere la mia personale cartolina introduttiva e benaugurante del weekend a venire.
Weekend: angloprestito ormai diffusissimo e sputtanatissimo che circola fluido e ammiccante tra amici e colleghi con la sua carica di promesse, generalmente tutte disattese. Non ho un senso nuovo da aggiungere o un significato nascosto da rivelare: anche per me, per ora, il weekend non è che (finalmente) sonnecchiare, svagare, svariare. Non è stato sempre così e spero tornerà a essere qualcosa di diverso da ora; spero tornerà a essere un po' più come era prima ma mi fermo qui; non voglio dire di più.
Sicuramente ciò che il weekend è sempre stato - e spero continui a esserlo a lungo, fin dall'età dell'oro della disco, è qualcosa di ballereccio. Questa dunque la natura che ho scelto per Ilpostdelvenerdì: beats, floorfilling, disimpegno, baccanale...
Neon Indian sa sicuramente vendere il suo prodotto; il video promozionale vhs-vintange del PAL198X lo dimostra. Invece, il video cyber-romantic-punk di Polish Girl – pezzo ufficiale del primo postdelvenerdì, è la cifra di tutta l'estetica di Alan Palomo: una costante allussione retromaniacale agli Eighties, compresi il suo ciuffone e le mosse sexy di cui fa sfoggio, sia nel video, sia da Fallon (vedi sotto) dove ricompare anche il PAL198X…maledetto marketing...! Quasi dimenticavo: il nuovo album di Neon Indian, Era Extraña, si può puppare in streaming su NPR, ancora per pochi giorni credo, giusto il tempo di farci sballettare per un weekend!