domenica 20 novembre 2011

Fleet Foxes Live

Metti una sera invernale dove finisce la città e comincia quel mare sporco, lattiginoso e macchiato di luci che si chiama Pianura Padana. Metti un posto qualsiasi con i suoi angoli bui, la sua gente e i suoi odori. Entraci. In fondo ci sono i Fleet Foxes sul palco. E' presto. Non è l'ora per un concerto; è più l'ora per una storia della buona notte. E infatti, quando i Fleet Foxes attaccano, comincia un viaggio attraverso un mondo magico e misterioso. La loro musica è una pastorale che canta la nostaglia per una terra senza luogo (one day at Innisfree...) e senza tempo (il 2011? L'Anno Mille? La Grande Depressione?). Stai lì a guardare e a ascoltare...ssshhh...senza parlare per non rompere l'incantesimo. Quando Robin Pecknold -- solo sul palco -- presenta un pezzo nuovo -- I Let You, il pubblico spontaneamente gli dedica un'attenzione religiosa.
Semplici e potenti.
Ho aspettato fino alla fine Montezuma ma non è mai arrivata. Hanno chiuso invece con Helplessness Blues: “Someday I will be like the man on the screen”. No. Spero proprio che i Fleet Foxes non diventino mai come tanti men on the screen che si vedono in giro; sono troppo belli così.

Nessun commento:

Posta un commento