In questo tempo di povertà puoi goderti la rivolta da infinite cyberangolazioni: i tweet, i canali su Flickr, le mappe geopinnate che si aggiornano in tempo reale, i serratissimi comunicati di Cameron, le analisi socio-psico-post-marxiste-pedagogico-e-allarmistico-sociali più disparate (dal guazzabuglio mi sento di salvare almeno un articolo). La mia impressione però è che gli strumenti culturali con cui si guarda ai fatti di questi giorni siano drammaticamente inadatti e inattuali. Allora mi è venuto in mente un uomo che nel secolo passato ha provato a rinnovare le nostre cassette degli attrezzi; le considerazioni che seguono sono fortemente influenzate dalle sue idee.
Il biopotere, in un unico gesto, cancella la vita (zoé) dell’uomo animale politico per garantire la vita (bios) della specie umana. Il biopotere non ha bisogno di ghetti. Il biopotere non ha più neanche bisogno, non come 150 anni fa almeno, della famiglia come perno sociale e istituzione di controllo. Il biopotere ha svuotato dall'interno il conflitto politico e i meccanismi di rappresentanza. Il biopotere è impalpabile e fluido, solo così può garantire la produttiva sopravvivenza di tutti e la sua stessa sopravvivenza. Di conseguenza la rivolta ai tempi del biopotere esplode a macchia di leopardo un po' ovunque, in luoghi fino a qualche anno fa considerati modelli positivi di convivenza multietnica. La rivolta ai tempi del biopotere non è fatta da gruppi razziali o sociali ben identificabili: dai 12 anni in su tutti giocano al tutti contro tutti. Nella rivolta ai tempi del biopotere lo scontro diretto con l'autorità non è indispensabile, almeno fino a quando il saccheggio può protrarsi indisturbato. La rivolta ai tempi del biopotere non rivolta niente: se sei abbastanza (s)pregiudicato puoi ottenere molto rapidamente e con mezzi violenti beni di consumo che normalmente non puoi permetterti o che potresti avere solo faticando come un somaro per mesi. Nel frattempo i tuoi vicini minimamente dotati di buon senso hanno tweetato un gruppo di iniziativa per ripulire il quartiere mentre i tuoi vicini Sikh dotati di sciabole affilatissime hanno preso al volo l'occasione per sfoderare i loro cimeli e farsi fotografare davanti al tempio di quartiere in pose decisamente poco amichevoli.
In conclusione, il biopotere esce dalla rivolta senza un graffio, al più c’è stato un cortocircuito: la rivolta del bios contro l’ambiente plasmato dal biopotere in cui il bios stesso è immerso. La zoé invece è ancora lontana dall’essere liberata; forse in futuro, in modo tangenziale, a partire dalla breccia aperta dalla biorivolta, l’animale politico potrà rompere la superficie sotto alla quale è stato rimosso ma sono pessimista in proposito. Alla luce della mia interpretazione l'unica previsione che mi sento di fare è che le biorivolte saranno sempre più diffuse e frequenti nei prossimi anni quindi prepariamoci a esse con gli strumenti giusti: in una mano avremo tutti un blackberry, nell'altra, a seconda delle preferenze, una molotov, uno spazzolone, o una scimitarra da Sandokan: get ready.
In conclusione, il biopotere esce dalla rivolta senza un graffio, al più c’è stato un cortocircuito: la rivolta del bios contro l’ambiente plasmato dal biopotere in cui il bios stesso è immerso. La zoé invece è ancora lontana dall’essere liberata; forse in futuro, in modo tangenziale, a partire dalla breccia aperta dalla biorivolta, l’animale politico potrà rompere la superficie sotto alla quale è stato rimosso ma sono pessimista in proposito. Alla luce della mia interpretazione l'unica previsione che mi sento di fare è che le biorivolte saranno sempre più diffuse e frequenti nei prossimi anni quindi prepariamoci a esse con gli strumenti giusti: in una mano avremo tutti un blackberry, nell'altra, a seconda delle preferenze, una molotov, uno spazzolone, o una scimitarra da Sandokan: get ready.
Dopo il salto una selezione musicale appropriata al tema.
La tragedia nella tragedia è quella dell'hub di distribuzione della Sony a Enfiled del quale si servivano una serie di etichette indipendenti: migliaia di cd e vinili son andati in fumo e con loro un sacco di soldini. Un ghiotto spunto di riflessione sul significato e lo stato del concetto di indie ai tempi della biorivolta che lascerò per ora cadere. Invece, per compensare questa perdita emozionale e materiale ho pensato di stilare una mini hit parade della rivolta ai tempi del biopotere:
5° posto: Disclosure
Band emergente. I due fratellini Lawrence (16 e 19 anni) di South London hanno messo in rete il loro primo EP prodotto dal blog-poi-etichetta Transparent. Se avete abbastanza fegato andate sulla loro pagina FB, laikkatela e l’omonimo EP è vostro in free download. Se invece siete troppo snob per dare ai due sbarbatelli la soddisfazione, ascoltate Carnival qua sotto:
Carnival by Disclosure. Ideale per uno spensierato assalto al Liquor Store di quartiere in compagnia dei vostri amichetti. Attenzione a non prenderci troppo gusto però: il resto dell'EP sentitevelo a casa perché la Metropolitan è già sulle vostre tracce (sirene in lontananza).
4° posto: Gross Magic
Ho letto da qualche parte (qui) che la motivazione profonda che anima le rivolte dei giorni scorsi è una diffusa e irresistibile nostalgia per gli Eighties. Lo sa bene Gross Magic, artista londinese che non sarà il primo - e neanche l'ultimo - a fare della nostalgia per gli anni 80 e 90 la cifra della sua musica. Segue la nirvanesca Sweetest Touch dall'EP Teen Jamz adatta a spiriti ombrosi e sentimentali, di quelli che spaccano una vetrina ma poi si pentono e che comunque alla fine l'hanno fatto soltanto perché lo facevano tutti:
3° posto: SBTRKT
Sul podio non poteva mancare il mascheratissimo progetto Dubstep di Aarone Jerome. Amo l’omonimo LP di debutto, le sue maschere e soprattutto Wildfire. Per rilassarsi dopo una dura riot-giornata e stendere le gambe sul couch del tuo squat:
rushing the night like a shockwave wouldn't be bad
2° posto: Wu Lyf
Wu Lyf is nothing, four dumb kids calling out heavy longings for a place to call home
La tag line è perfetta, perfette le sonorità acide e vaghe, più che perfetta la voce di Ellery Roberts, uno dei misteriosi componenti della band di Manchester: sembra quella del tuo vicino tossico che sclera disperato al di là della parete di cartongesso. Un solo difetto impedisce a Dirt di posizionarsi sul gradino più alto della riot-classifica; contiene un messaggio di speranza, il residuo di un ideale che muove una rivolta vecchio stile: World Unite / love you forever. Più Piazza Tahir che Clapham Junction insomma.
1° posto: ...and the winner is...Hudson Mohawke!
Per me, indiscutibilmente, i woomp woomp di Satin Panthers e i breakdancers camp anni 80 del relativo video riescono a catturare al meglio, musicalmente parlando, la frustrazione e la disperazione della rivolta ai tempi del biopotere. Colonna sonora perfetta per il ragazzino di Tottenham mentre dà fuoco al negozio di cianfrusaglie di sua zia.
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