lunedì 8 agosto 2011

L'amore liberato (parte 2): l'amore oltre l'amore


E' ora di portare il mio  itinerario di pensieri sull'amore  almeno a un approdo provvisorio.
Nel precedente post finivo col chiedermi se era possibile pensare l'amore oltre l'amore. La risposta è sì e no allo stesso tempo. Il soggetto infatti parassita l'abisso di energia della grande molteplicità per sopravvivere però è vero anche che non è possibile attingere a questo pozzo senza fondo se non attraverso i modi della maschera: come potrei infatti dirti e dirmi il mio amore al di fuori del linguaggio dell'amore?
Non resta allora che immergersi nella maschera fino al logorio e alla frantumazione della stessa, appropriarsene impropriamente per farne un (ab)uso antiutilitaristico e afinalistico e ricreare ogni volta l'amore come nuovo. Non vedo altra scelta per liberare la grande molteplicità: sbrodolarsi di romanticismo, annegare nei momenti di solitudine quando, seduto a terra, vedi l'amore riflesso in una pozza d'acqua sporca accanto al tuo vomito, vivere di volta in volta  i modi dell'amore che senti affiorare da sotto la maschera. Allora forse si apriranno le crepe sulla superficie lucida di convenzioni accettate passivamente troppo a lungo e le contraddizioni di quell'amore che fa male all'amore resteranno nude, spogliate del loro senso.
Creare - questa è la grande redenzione dalla sofferenza, e il divenir lieve della vita. Ma perché vi sia colui che crea è necessaria molta sofferenza e molta trasformazione. [...] Davvero attraverso cento anime io ho camminato la mia via, e attraverso cento culle e dolori del parto. Molte volte ho già preso congedo: io conosco gli ultimi istanti che spezzano il cuore. Ma così vuole la mia volontà creatrice, il mio destino. (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra)
Nell'amore liberato - in questa ipotesi paradossalmente in fondo e allo stesso tempo oltre la metafisica - continueremmo a soffrire terribilmente amando ma godremmo fino all'ultima goccia di questa sofferenza.
How deep is your love?, si chiedono meravigliosamente i Rapture Io mi chiedo anche quanto può essere leggero un amore, come quegli uccelli che sanno planare a lungo sull'acqua solo per il gusto di bagnarsi appena, solo per il gusto di sfiorare la superficie e vivere per un istante l'illusione di restare sospesi nel tempo e nello spazio.
The Rapture - How Deep Is Your Love by DFA Records

Nessun commento:

Posta un commento